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Chi siamo

Informazioni sulla nostra associazione

Informazioni sulla nostra associazione - palazzocanova

Dall’anno della sua fondazione l'associazione Antonio Canova 91 ha conosciuto una crescita continua e un grande successo nel far conoscere fra loro, riunire e organizzare gli appassionati dell'artista veneto

Il comitato direttivo e i vari soci sono fortemente uniti dalla passione e dall'impegno in grado di far loro raggiungere obbiettivi sempre più alti  attraverso la continua pianificazione di attività ed organizzazione di eventi

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La casa , il Palazzo, la memoria del divino artista, di un uomo che tanto aveva amato l’arte e la sua difesa, la cultura, la conoscenza,  doveva rivivere. Prima lunghi anni di ricerca per intrecciare i fili delle documentazioni e delle testimonianze, poi la fondazione dell’Associazione A. Canova ’91. Successivamente sulla falsa riga di iniziative che avevano visto l’artista impegnato a favore dei giovani, si è dato vita ad  attività che a lui si ispiravano e si ispirano. Prima una Mostra documentaria e un  Convegno, nel 1991,  in occasione della festa di S. Gemini: “Memoria storica di San Gemini”Antonio Canova, l’uomo e l’artista in Umbria , per divulgare alla città una conoscenza dell’artista troppo superficiale. All’evento parteciparono studiosi importanti di Canova , la cittadinanza non rimase estranea e molti furono gli studenti di altre città che intervennero. Nella Mostra furono esposte: la mappa dei terreni appartenenti a Canova, a lui dedicata da Pio VII; le lettere autografe di Pietro Fontana studioso di agraria e amico dell’artista ; lettere autografe dei canonici di San Gemini, parte del lungo epistolario tra Antonio Canova e molte personalità della cultura dell’epoca. Al Convegno tenuto nel 1993, il primo a San Gemini  dedicato all’artista, dal titolo “ Antonio Canova: l’artista neoclassico tra età Imperiale e Restaurazione e i suoi rapporti con intellettuali, operatori culturali e feudalità in Umbria” , parteciparono studiosi dell’artista e storici dell’arte di livello internazionale. Negli anni successivi furono banditi, per le Scuole medie inferiori e  superiori , concorsi di scultura a cui moltissimi giovani parteciparono dimostrando una grande sensibilità artistica e il desiderio di una conoscenza più profonda della scultura di Canova. Alcuni furono premiati con borse di studio per continuare il proprio lavoro di ricerca e l’affinamento delle proprie capacità artistiche. Nel 1998 l’Associazione Culturale “A. Canova ‘91” organizza un grande Convegno destinato ancora una volta soprattutto ai giovani e aperto a tutti: “L’Arte ferita.” Le guerre con il loro peso di sangue, non hanno risparmiato né risparmiano le opere degli uomini. Basta riandare con la memoria alle devastazioni subite dal patrimonio artistico italiano sotto le bombe della II° guerra mondiale: a Firenze la Galleria degli Uffizi; a Parma La Pinacoteca Stuart; a Roma la Basilica di S. Lorenzo, a Montecassino l’Abbazia. Pochi esempi per parlare solo dell’Italia in cui, tra il 1943 e il ’44, la violenza dell’aviazione  anglo-americana colpì, senza distinzioni obiettivi industriali e centri di vita culturale e civile. I tedeschi fecero il resto. I militari nazisti trafugarono moltissime opere,  circa 1500 pezzi, tra cui la famosa testa di Fauno attribuita a Michelangelo, opere di Botticelli, di Luca della Robbia, del Perugino, del Tiepolo. Le guerre recenti e sanguinose da quelle dei Balcani fino alle attuali dall’Afganistan a tutto il Medio Oriente hanno riportato nei conflitti  lo scontro tra le etnie. Abbiamo assistito oltre che al dramma altissimo delle perdite umane, alla distruzione di opere millenarie e alla spoliazione, da parte delle truppe di occupazione, di interi patrimoni artistici. Nella I° guerra mondiale, “Canova fu ferito”, un’espressione utilizzata  dal Prof. Guderzo per  riandare con la memoria ai  due colpi di artiglieria che colpirono il Museo della Gipsoteca di Possagno completata nel 1836 dal Lazzari  che aveva edificato una grande basilica, un vero e proprio inno all’arte canoviana. Molte opere di Canova furono mutilate o distrutte, fu colpito il luogo che rappresentava e rappresenta, ancora oggi, il simbolo della “difesa” dell’arte antica, la continuità con i più alti ideali artistici.Il gesso del Principe Henryk Lubomirski come Amore”, un capolavoro assoluto del maestro veneto ma anche e soprattutto un’opera che, sin dal suo comparire, è assurta ad oggetto di culto in tutta Europa” , è  oggi purtroppo acefalo. Psiche decapitata e Amore mutilato di un braccio; parte della testa del Minotauro asportata e una gamba a Teseo; Le Grazie decapitate.Un importante filmato “ I° guerra mondiale, la Gipsoteca di Possagno bombardata” (1993) di Jaques Deschamps, testimonia come la “guerra entra nelle opere d’arte” e la grandiosa opera di restauro del Prof. Stefano Serafin e suo figlio Siro, che consentirono di far rinascere la Gipsoteca: il portone del Museo fu riaperto ai visitatori nel 1922. Le uniche ferite della guerra, in parte riparabili. 

Canova,uomo di pace, veniva mutilato: si era rinnovata la grande ferita della perdita di tante opere d’arte che, nel suo tempo, con impegno e ostinazione, aveva recuperato nell’Europa insanguinata da altre guerre.   

Il Convegno sull’ “Arte ferita”, attraverso la documentazione fornitaci dalla Fondazione Antonio Canova di  Possagno, gli interventi di tanti studiosi sensibili al ruolo che l’arte ha sempre svolto contro l’odio che semina la guerra, la partecipazione sentita del Liceo Cavanis di Possagno e di molte scuole dell’Umbria che al tema avevano dedicato parte della propria riflessione attraverso scritti e filmati, rafforzò il legame dei cittadini di San Gemini con l’artista di Possagno  e rappresentò la consapevolezza della importante sfida degli uomini e delle donne per la pace. 

Il Convegno fu occasione di un importante scambio culturale tra i giovani studenti dell ‘Umbria e quelli di Possagno.

Nel corso degli anni molti altri concorsi di scultura, dedicati a Canova, sono stati banditi e sempre la partecipazione dei giovani è stata appassionata. Con alcune opere in concorso, gli studenti hanno testimoniato la capacità di cogliere le intuizioni canoviane e la grandezza dell’artista. 

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